lunedì 14 novembre 2016

4a - percorso ROMA BAROCCA




ROMA BAROCCA

La camminata barocca comincia con gli ultimi anni di vita di Michelangelo, già avanzato negli 80 anni. E si apre con l’idea ambiziosa di un papa di spianare una via diritta sul crinale esatto del colle Quirinale, che all’inizio degli anni ‘60 del 1500 era davvero periferia, oltre l’estremo abitato della città.

Il vecchio ed esperto architetto accetta la scommessa del papa: una nuova porta ad oriente della città, che porti il nome di Pio IV; e da questa porta, che deve rendersi ben visibile dal Quirinale con una trovata scenografica, una strada esattamente diritta, di poco meno di 2 km, fino alla piazza-terrazzo del colle più elevato dei sette classici sul panorama della vecchia città. La cupola di san Pietro non era ancora finita, Michelangelo aveva solo completato nel 1564 giusto il tamburo, che ben si vedeva da lontano. Ma aveva pure lasciato in Vaticano un modello di legno di tiglio della sua idea di cupola, a futura memoria.

Ben tre cantieri Michelangelo pensò di aprire, a 85 anni, quando il 6 gennaio 1560 Pio IV fu incoronato papa
  1. quello per la trasformazione di una parte delle terme di Diocleziano in basilica di santa Maria degli Angeli e in Certosa di Roma; 
  2. quello successivo per costruire la nuovissima porta Pia
  3. ed infine quello per spianare ed attrezzare il gran rettilineo dalla porta Pia alla piazza del Quirinale.

La città con la nuova porta Pia e i contemporanei lavori in piazza del Popolo e in piazzale Flaminio, per una monumentale porta Flaminia, affidata al giovane Jacopo Barozzi da Vignola, era arrivata al circuito delle antiche mura Aureliane, nella sua ristrutturazione monumentale. Michelangelo stesso aveva sistemato il centro dell’Urbe, dando il nuovo disegno di piazza del Campidoglio, aperta verso san Pietro
E già egli pensava anche al nuovo ingresso da sud-est nella città, ossia a porta San Giovanni, che il suo più vicino allievo di bottega, il siciliano Jacopo del Duca, completerà con l’inedito portale, aperto (allora) sulla campagna romana, tra gli anni ‘70 e i primissimi anni ‘80 del 1500; lo fece per quel papa Gregorio XIII Boncompagni che intanto aveva fatto raddrizzare la lunga via Merulana, tra santa Maria Maggiore e la basilica del Laterano, e aveva dato alla città un primo regolamento edilizio che regolava il fronte degli edifici per creare una battuta continua sui nuovi assi viari.

Sul Quirinale poi, il papa che succedette a Gregorio XIII, il volitivo Sisto V, decise di venire ad abitare stabilmente come pontefice romano. Affermando, quindi, la piena signoria dei papi sulla città e stabilendone un nuovo centro per il futuro, appunto, sul colle più alto: circa un centinaio di metri di altitudine, rispetto ai 54 metri del Palatino e al poco più alto Campidoglio.

Quella che era stata una villa estiva, abitata dai papi solo nella buona stagione, diventò per tre secoli il nuovo palazzo papale: dal 1587, quando Sisto V vi fissò dimora (e vi morì, nell’agosto 1590), fino a quando papa Pio IX lo abbandonò, il 19 settembre del 1870, per rinserrarsi nei vecchi edifici del Vaticano dove trascorse, volontario prigioniero, tutti gli altri otto anni di pontificato che gli restavano.

Una passeggiata dal crocevia delle Quattro fontane, ornato da papa Sisto V, fino alla balaustrata del Quirinale, che s’apre al tramonto sul cupolone di san Pietro, è un inizio di contemplazione delle novità della Roma barocca. 
I punti salienti di questa contemplazione sono: 
  1. sullo sfondo, ad oriente, porta Pia; 
  2. allineate sul lato sinistro, per chi guardi dal quadrivio delle Quattro fontane, le facciate delle belle basiliche gemelle di santa Maria della Vittoria e di santa Susanna, dirimpetto alla facciata, sulla destra, della fontana dell’acqua Felice (nome di battesimo di Sisto V, il papa che portò a Roma quell’acquedotto); 
  3. se invece lo sguardo dal quadrivio delle Quattro fontane si volge verso la piazza del Quirinale, si potranno vedere comparire, allineate sulla sinistra, le facciate delle due chiese più emblematiche dei massimi geni dell’età barocca, Bernini e Borromini.

Queste facciate sono due assolute novità architettoniche: e, paradossalmente, vediamo per prima la facciata che è venuta per ultima, quella di San Carlino alle Quattro fontane del Borromini, completata dal nipote dell’artista quando il suo creatore era ormai morto da tempo, mentre l’interno di san Carlino, inaugurato nel 1636, era stata la prima novità borrominiana che aveva meravigliato Roma.
La facciata di Sant’Andrea al Quirinale, capolavoro maturo di Gian Lorenzo Bernini, ben diversa ma perfettamente coerente con la seconda chiesa, era stata finita prima di san Carlino: ma l’insieme della chiesa di sant’Andrea, fatta per i giovani allievi del seminario dei Gesuiti, era nato vent’anni dopo il non lontano capolavoro del Borromini, che peraltro era più di una chiesa: in poco spazio era riuscito a disporre chiostro, convento, refettorio e giardinetto dei Trinitari, oltre alla mirabile chiesa a forma interna di colomba dello Spirito Santo. La sequenza delle chiese-capolavoro di Borromini e di Bernini è bella a vedersi nelle ore del tramonto, mentre il sole cala dietro san Pietro.

La piazza del Quirinale, poi, è un capolavoro di scenografia urbana, realizzata dai tempi di Michelangelo a quelli del Risorgimento italiano: la piazza riassume tre grandi secoli di architettura in Roma. Basti pensare che, se ci collochiamo presso la parte più avanzata della balaustrata che si affaccia sulla sottostante via della Dataria, e ci volgiamo verso il palazzo del Quirinale per poi scorrere con lo sguardo verso destra, notiamo con quale bravura sia stata arredata l’intera piazza, dalla secondà metà del ‘500 al 1870, quando Pio IX lasciò il suo palazzo, sotto l’incalzare dei nuovi eventi che portarono a compimento l’unità d’Italia. Gli stessi due cavalli giganti, che risalgono al tempo di Costantino e sono quindi i monumenti più antichi della piazza, sono stati più volte spostati ed allineati, dai tempi di Sisto V a quelli di Pio VII,  ossia nell’arco di 230 anni e più.

Al Bernini, nella prima metà del ‘600, si deve il completamento della facciata del palazzo del Quirinale, mentre al successivo e sapiente disegno di Ferdinando Fuga, della prima metà del ‘700, si deve la seconda quinta teatrale della piazza, a destra del rettilineo di via del Quirinale: è questo secondo palazzo, oggi detto della Consulta, il vero completamento di piazza del Quirinale. Mentre il gruppo al centro della piazza, composto dall’obelisco e dalla bella tazza di fontana che s’aggiunge ai cavalli costantiniani, fu sistemato ai primi dell’ottocento, quando Pio VII tornò a Roma dopo la bufera delle guerre napoleoniche.

Ma ancora, il paesaggio urbano che oggi vediamo non era compiuto. Pio IX a metà dell’Ottocento, tra gli anni ‘50 e ‘60, fece costruire di nuovo le Scuderie del Quirinale, oltre via della Dataria, con quei locali ora adibiti ad esposizione di capolavori d’arte. Non solo: Pio IX fece portare avanti la stessa piazza verso occidente, con un nuovo terrazzamento, per addolcire con una curva la discesa troppo ripida della Dataria con una nuova via per carrozze, facendo costruire una scalinata per il passaggio dei pedoni, addossata, come è oggi, dal 1860, a ridosso delle mura di cinta del palazzo del Quirinale e del primo tratto del sottostante palazzo della Famiglia pontificia (erroneamente detto della Panetteria), costruito nel ‘700. La nuova balaustrata della piazza, protratta ad occidente, fu realizzata in perfetta armonia con la loggetta barocca, costruita per le dame sul torrione seicentesco a guardia del Quirinale.

Per questi particolari, oltre che per l’insieme, piazza del Quirinale, pur originalissima tra le piazze di Roma, rappresenta un raro esempio di armonia e di creatività, tutta barocca. Anche perché permette di spaziare con lo sguardo sui tetti e le cupole del centro storico. La bellezza della nostra passeggiata è che, proseguendo per mezz’ora, dopo essere scesi per la gradinata di via della Dataria, ci porta in breve a tre pezzi forti del centro-città: 
  • la fontana di Trevi 
  • piazza Colonna  
  • piazza di Montecitorio.                                                                                                     

In una città nella quale, tra la metà del 1600 e la metà del 1800, vissero da 150 mila a 260 mila abitanti, se oggi si riprendesse coscienza e gioia di passeggiare in un centro così bello lasciatoci dalle generazioni dei secoli passati, la scoperta dell’arte potrebbe aiutarci anche a riconciliarci con la storia. Che va conosciuta e riconosciuta. 
Altrimenti, se non c’è memoria, non c’è civiltà.


(punto di partenza dell'itinerario San Carlino alle Quattro Fontane, punto di arrivo Piazza del Quirinale. Durata dell'itinerario 1 ora e 30' circa. Ingresso gratuito in tutti i monumenti)




PORTA PIA
vista d'insieme

facciata esterna

facciata interna

disegno di studio




S. CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE (Borromini)
facciata


scorcio


pianta

sezione



S. ANDREA AL QUIRINALE (Bernini)



facciata esterna

pianta

spaccato assonometrico