giovedì 18 maggio 2017

19 - I Macchiaioli

Nella prima metà dell'ottocento, Firenze è una delle capitali culturali più attive d'Italia e punto di riferimento per i giovani artisti che si sentivano perseguitati dalla repressione austriaca, borbonica e papale.
Il loro punto di incontro e scambio vivace era il Caffè Michelangelo, in questo ambiente si iniziò a teorizzare la macchia in opposizione alla forma.

Macchiaioli venivano appellati in senso dispregiativo questo gruppo di intellettuali ed essi stessi in modo provocatorio così si identificarono. 

Lo sviluppo del movimento macchiaiolo si colloca tra il 1855 e il 1867, ma i suoi influssi continueranno fino ai primi del '900.

- la "macchia" è intesa come rivolta all'accademico
- volontà di ripristinare il senso del vero
- poiché tutte le nostre percezioni avvengono grazie alla luce, ogni pittura che mira al 
  realismo deve necessariamente riprodurre la sensazione stessa della luce
- poiché la luce viene restituita grazie alla modulazione di colore e ombre, questi devono 
  essere impiegati in tutte le loro declinazioni 
- visto che nella realtà non esistono né contorni, né linee, il nostro occhio è colpito dal solo 
  colore e il contorno di un oggetto è dato dal brusco passaggio da un colore all'altro

La pittura deve cercare di costruire la realtà per masse di colore ed il modo più naturale per riuscirci è quello di impiegare , appunto, le macchie.
Il disegno scompare.
L'innovazione della tecnica pittorica coinvolge anche la scelta dei temi e soggetti da dipingere.
Si abbandonano i soggetti di natura storica e mitologica, ci si rivolge al vero così come appare all'osservazione del quotidiano, e ne nasce quindi un interesse per i temi sociali.

Giovanni Fattori fu il maggior pittore italiano dell'ottocento, nasce a Livorno nel 1825, partecipa ai moti del '48, frequenta il Caffè Michelangelo ed avvia la sua "guerra" all'arte classica e accademica.
Aderisce spontaneamente alla "macchia" che utilizza per indagare il "puro verismo" e perseguire studi su paesaggio e animali.
i suoi temi preferiti sono la vita militare e il lavoro dell'uomo, soprattutto i contadini e la loro fatica. 

Campo italiano alla battaglia di Magenta, 1861-1862
olio su tela, 232x348 cm
Firenze, Galleria d'Arte Moderna


Soldati francesi del '59, 1859
olio su tela, 15,5x32 cm
Milano, collezione privata

In vedetta, ca 1872
olio su tela, 37x56 cm
Valdagno, collezione privata

Barrocci romani, 1872-73 
tempera su tela, 21×31 cm 
Galleria d'Arte Moderna, Firenze

Terreni paludosi 1894
olio su tela, 74×204 cm
Firenze, Palazzo Pitti

Bovi al carro, 1868-1870
olio su tela, 40x104 cm
Firenze, Galleria d'Arte Moderna






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